La scuola dei desideri di Joanne Harris



Descrizione

A St. Oswald, esclusivo collegio maschile nel Nord dell'Inghilterra, inizia il nuovo anno scolastico. Si respira aria di cambiamenti: nuove tecnologie, nuovi insegnanti... Ma a minacciare la scuola sono ben altri contrattempi. Tutto comincia con una serie di incidenti, dapprima insignificanti e quasi comici, poi sempre più gravi e inquietanti, tanto da mettere a rischio la sopravvivenza della scuola stessa. Robert Straitley, l'anziano professore di latino, è l'unico che appare in grado di contrastare questo crescendo di violenza, perché conosce St. Oswald e la sua storia, e anche quei segreti che in molti hanno preferito nascondere per salvare il buon nome dell'istituto.

Recensione

Ho (grazie al cielo) preso questo libro in biblioteca dopo aver letto la sinossi. Ero piena di aspettative, sembrava una lettura interessante, mi sono detta che sicuramente mi sarebbe piaciuto tantissimo e che lo avrei letto in pochissimo tempo.
E invece no!
Questo libro ha disatteso tutte le mie aspettative e ora non so da che parte incominciare a scrivere la recensione.
Diciamo subito che non è stata una lettura facile. Già all'inizio, nei primi capitoli mi sono trovata davanti ad un io narrante di giovane età senza nome e senza sesso, nel senso che non si riesce a capire se sia maschio o femmina.  Si tratta comunque di un adolescente, figlio (o figlia) del portiere di una rinomata scuola privata per maschi misteriosamente attratto dall'edificio scolastico e di tutto ciò che rappresenta. Da Saint Oswald dovrebbe stare alla larga, la sua vera scuola è un'altra, una scuola pubblica piena di bulletti e situata in un quartiere popolare, ma non ci riesce e giorno dopo giorno vi si avvicinerà con sempre meno timore arrivando addirittura a spacciarsi per un suo studente. E già qui cominciano a sorgermi i primi dubbi: possibile che nessuno si sia mai accorto della sua presenza? Ma figuriamoci, a Saint Oswald ci sono così tanti studenti...
A questo io narrante del passato si alternano poi nel presente lo stesso personaggio cresciuto e che è riuscito con referenze false a farsi assumere come insegnante nella scuola stessa, e il racconto di un professore di latino, l'unico che sarà in grado di risolvere il mistero celato dietro questo personaggio, appellativo che gli ho affibbiato io non conoscendo il suo nome e il suo sesso.
Il ragazzo (o ragazza) cresciuto è tornato a Saint Oswald dopo anni di assenza per vendicarsi di qualcosa e per farlo comincia a minare la credibilità dell'istituzione stessa. alcuni professori, a causa di mail inviate ad un giornale, virus e falsi indizi nel computer, vengono sospesi dall'insegnamento e allontanati dalla scuola, un ragazzo viene accusato di reati che non ha compiuto e scompare, un altro rischia di morire, molti oggetti vengono misteriosamente sottratti dalla scuola, un'insegnante si fa male insomma Saint Oswald va incontro allo sfacelo più totale senza che nessuno ci capisca qualcosa e soprattutto il perché.
E attorno a queste stranissime vicende ruotano tantissimi personaggi, troppi nomi da ricordare, sia per quanto riguarda i ragazzi che per i professori. Nomi che spesso non mi dicevano niente e la maggior parte delle volte dovevo tornare ai primi capitoli per capire chi insegnava cosa e che ruolo avesse nel contesto del libro. Non solo, con tre io narranti (perché alla fine tra passato e presente è come se la vicenda fosse raccontata da 3 persone) non sempre è stato semplice seguire il filo del discorso.
Ad un certo punto poi il libro è diventato tremendamente noioso, lento, con un sacco di falsi indizi lasciati qua e là, mezze frasi, giochi, scherzi, atti di bullismo, bugie, tutto raccontato nei minimi particolari e sembrava che non si andasse mai avanti con la storia, verso la metà poi ho intuito anche il finale e così è stato ancora più difficile proseguire con la lettura.
Ora, l'idea della storia non era male, avrebbe potuto anche essere un bel giallo, ma secondo me si è risolto nel nulla. l'ho trovato di una pesantezza estrema, con personaggi inutili e privi di spessore. Tutto viene portato all'esasperazione, pagine e pagine di nulla che se non ci fossero state forse avrebbero reso il libro più godibile.
So di andare controcorrente perché c'è chi lo considera un capolavoro, ma io non sono riuscita ad apprezzarlo e non ho nessuna intenzione di leggere il seguito. Le vicende di Saint Oswald non mi interessano più. la lascio volentieri al suo destino e proseguo con letture più piacevoli.
Potrei però consigliarlo a chi soffre d'insonnia: sane dormite assicurate!


Commenti

Post popolari in questo blog

Questa volta leggo...#10 Lo scalpellino, di Camilla Läckberg

I quaderni botanici di Madame Lucie

Tu leggi? Io scelgo...#2 Guida astrologica per cuori infranti di Silvia Zucca